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UNIVERSITA' POPOLARE STAR INTERNATIONAL

Affiliata alla Confederazione Nazionale delle Università Popolari Italiane
(CNUPI riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca
Scientifica – Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n° 203 del 30 agosto 1991)

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UNIVERSITA' POPOLARE STAR INTERNATIONAL

Affiliata alla Confederazione Nazionale delle Università Popolari Italiane
(CNUPI riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca
Scientifica – Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n° 203 del 30 agosto 1991)

Presentazione

L’Università Popolare Star International è un’Associazione Professionale ai sensi della legge 4/2013, che ha scopi culturali, scientifici e socio assistenziali, soprattutto ha lo scopo di svolgere attività di formazione permanente. E’ un Associazione Professionale organizzata secondo la Legge (legge n.4/2013) che ha riformato le professioni non organizzate in ordini o collegi e opera senza fini di lucro, nel rispetto della libertà e dignità dei suoi associati. L’obiettivo è istituire un’università popolare che offra formazione telematica anche per le professioni non regolamentate. L’Associazione promuove lo sviluppo della cultura, della creatività, dell’arte, della scienza, della sociologia, della tecnologia, dell’artigianato, della criminologia, del giornalismo e delle scienze motorie, attraverso corsi svolti in modalità telematica in collaborazione con altri enti.

Storia

Le Università popolari sono nate in Italia tra il 1900 e il 1901 ad opera del Partito Socialista e dei sindacati seguendo gli esempi già attivi nel XIX secolo in Danimarca e Svezia, e sul finire dello stesso secolo in Inghilterra. La diffusione fu rapida in Italia come lo fu contemporaneamente in tutta Europa. Nacquero nelle maggiori città, nelle città di provincia, ma anche in piccoli comuni di tutta Italia. Alla base di quel movimento vi era l’idea di diffondere l’istruzione tra il popolo per mezzo di conferenze, dibattiti, distribuzione di opuscoli e libri. Fondamentale fu l’apporto della rivista quindicinale L’Università Popolare fondata da Luigi Molinari a Mantova nel 1901 e trasferita a Milano nel 1906 dove la diresse fino al 1918.
Altrettanto fondamentale fu l’apporto fornito dal linguista e indologo Francesco Lorenzo Pullè (1850-1934), che organizzò a Milano nel 1906 il I Congresso internazionale delle Opere di educazione popolare, a cui partecipò un buon numero delle circa 70 Università popolari allora operanti in Italia. Nel 1908 Pullè partecipò a Parigi al II Congresso internazionale e costituì, insieme alla Consorelle europee, la Confederazione Internazionale delle Università Popolari, di cui gli fu affidata la presidenza per i meriti nel frattempo acquisiti.
Le vecchie Università popolari ripresero vita nel dopoguerra dopo la caduta del fascismo che le aveva chiuse o inglobate. In seguito sorsero e si svilupparono altre Istituzioni culturali che assunsero denominazioni differenti, tra cui l’Università della Terza Età, dell’età libera, del tempo libero, aperta, ecc.
Le Università popolari sono Istituzioni culturali ben distinte dalle Università della Terza Età. Infatti non solo appartengono a Organizzazioni associative diverse, ma hanno obiettivi diversi da quelle. Mentre le Università della Terza Età si rivolgono ad un’utenza ben precisa, come ne afferma la denominazione, le Università popolari si rivolgono indistintamente a tutti, senza distinzione di età, sesso, confessione religiosa, etnia.
I principi ottocenteschi ispiratori delle Università popolari, in tutta Europa, furono quelli di fare avvicinare alla cultura tutti i ceti sociali, specialmente quelli più emarginati. In questa azione sociale si distinsero allora i socialisti e i sindacalisti, ma in seguito questi principi furono affermati da tutti gli spiriti democratici e liberali.

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